set stage Capogrossi & sunglasses del 23 maggio 2013 h 16:28: ogni allievo indossa il proprio prototipo.
foto Cecilia Polidori
LABORATORY DESIGN methods by use of creative platforms -
Interactive Systems for the Creation and Evolution of Web Platform Projects,
Prototyping, Communication Strategy, Crowdsourcing Design, Processing Platforms,
an experimental project on interoperability of research and teaching of Data-Design
conducted through innovative scenarios and forms of organization of the processes
of interactive and collective learning.
PROJECTS, EXPERIMENTS AND PROTOTYPES WITH DIFFERENT MATERIALS.
deepsdesignbycp@gmail.com
piattaforma 1
DESIGN 2013/14 n 1 prof POLIDORI - Design and Evolution of Experimental Prototypes Suggested
http://design-cecilia-polidori-2014-1.blogspot.it/

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DESIGN 2013/14 n 2 prof POLIDORI - Design and Evolution of Experimental Prototypes Suggested
http://design-cecilia-polidori-2014-2.blogspot.it/

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DESIGN 2013/14 n 3 prof POLIDORI - Design and Evolution of Experimental Prototypes Suggested
http://design-cecilia-polidori-2014-3.blogspot.it/

English version

Lezione 1 - 9 X 2013 - design vuol dire progetto

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appunti Lezione 1 - 9 X 2013
L'introduzione e la presentazione del corso verrà condotta da alcuni allievi attraverso il loro pensiero e commento ed anche un breve resoconto dell'esperienza compiuta:
Paolo Fragomeni, Maria Laria Valentina Franzé - 
 l'anno scorso e 
- Caterina Chiofalo e Federica Antonella Papalia - 
due anni fa, 
hanno seguito il mio corso; saranno loro a presentarmi e presentare le "intenzioni" del genere di corso di design che faccio ed il tipo di progettazione che raggiungiamo.

i loro profili sono nel banner:
DEEPS Design by Cecilia POLIDORI - Design and Evolution of Experimental Prototypes Suggested - 2: ex-allievi: contributi alle Lezioni

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Lezione 1: design vuol dire progetto


Ringrazio i miei ex allievi per essere venuti, per i loro interventi, le loro riflessioni e la loro reale intenzione di dare qualcosa.
Inoltre sottolineo alcuni spunti  davvero formidabili e frutto delle loro menti che hanno detto ieri, e anche il modo chiaro, calmo, convincente e... dolce di esprimerlo.
Paolo ha detto anche: "... vi consiglio e vorrei raccomandarvi la mia strategia progettuale: cose semplici, fate cose semplici..."
Federica ha detto anche: "... studiare il design è davvero fondamentale per il progetto, mi sono resa conto durante il corso che è davvero un tutt'uno...."
Caterina ha detto anche: "... ho imparato a comunicare: non pensate che il progetto sia vostro, per voi e basta, perché invece il progetto è qualcosa da comunicare e bisogna saperlo quindi fare in modo che sia per tutti comprensibile..."

inoltre io ho parlato di:
design = progetto
progetto = processo progressivo (da proietto e procedo...) quindi anche questo banner e tutto il sito-piattaforma didattica essendo un progetto si evolvono continuamente
prodotto seriale = componente prodotto in serie industrialmente 


Le mie foto"Il progetto PROCESSO GRADUALMENTE MIGLIORABILE. Il termine deriva dal latino proiectum, participio passato del verbo proicere, letteralmente traducibile con gettare avanti; il che spiega anche l'assonanza etimologica dei verbi italiani proiettare e progettare.
Il progetto necessita una comunicazione semplice, rapida, convincente.
DESIGN = DISEGNO = PROGETTO...anzi... PROGETTO = DISEGNO = DESIGN"
da: Appunti della prima Lezione , ottobre 2010 di
ALESSANDRO PREITI design allievo del corso b prof. CECIILIA POLIDORI a.a.2010-2011: Il progettosabato 30 ottobre 2010,  



ed i due Designers  che studieremo:
Ettore SOTTSASS risponde alla domanda "Che cos'è il design?"
"È una domanda generica, potremmo parlarne per una settimana.
Forse voi lo sapete già che io, da qualche tempo, distinguo il termine "industrial design" dalla parola "design".
Design in inglese vuol dire "progettare". Tutto è design; si potrebbe progettare anche un assalto al teatro di Mosca, anche quello è un progetto; invece c'è un disegno particolare, specifico, che è quello che si fa per l'industria, per la produzione, per i mercati e così via: questo è "disegno industriale".
... Mi considero un designer teorico, cioè uno che pensa al design, a che cosa è il design, che cosa vuol dire disegnare un oggetto, daro a qualcuno, appoggiarlo su una tavola; per esempio per disegnare una sedia pensando alla cultura dello stare seduti in ufficio e non pensando all'oggetto sedia in sé."

da: AA.VV., Maestri del Design/ Castiglioni, Magistretti, Mangiarotti, Mendini, Sottsass, ediz. Bruno Mondadori, Milano, 2005, pp. 161-2.





Enzo MARI scrive: "Nel Rinascimento le arti erano suddivise tra minori... e maggiori... ma la prima delle arti maggiori era proprio il "disegno". Proprio nel senso di "progetto"... "Design" corrisponde al termine inglese di progetto e in Inghilterra avviene la prima rivoluzione industriale... 
da: Enzo MARI, Prefazione in AA.VV., Ho visto cose.../ racconti dalla patria del design: dieci scrittori per dieci oggetti di culto, ediz. BUR, Milano, genn. 2008, pg. 10.




da: 
e
fluttuava Vitruvio dalle vostre risposte a definizioni o criteri selettivi o requisiti, non so quanto consapevolmente, quindi è meglio specificare che
firmitas, utilitas e venustas
materiali, uso ed estetica (o 
solidità,
funzione, destinazione d'uso
bellezza)
cardini del trattato"De architectura" di Marcus Vitruvius Pollio, 80 a.C. - 15 a.C.
e del
"Del re aedificatoria" di Leon Battista Alberti, 1404-72
come costruire gli edifici:  concetti & istruzioni
(o principi strutturali, tipologie, materiali, decorazione e restauro)
sono fondamenti che do per scontati, acquisiti, assimilati, quindi già trasmessi e ormai divenuti connaturati, ereditati, innati, insiti, intrinseci, originari;
 ergo: c o n g e n i t i = presenti sin dalle origini e 
bagaglio fondamentale della memoria
dei progettisti
infine ringrazio anche voi tutti per l'attenzione che avete dimostrato nelle ore (tante!...) di ieri, siamo usciti dalla prima Lezione davvero provati! e mi rendo conto di quanto sia difficile l'approccio ad una disciplina così innovativa e nuova per voi, quindi per me è stato un bel sostegno entusiasta. ricordatevi di portare il laptop e che rinunciare ad un'occasione progettuale fa e farà male... ne ho parlato a Lezione.


Dioniso era l'antica divinità greca del vino e dell'ebbrezza, definita dallo stesso Sottsass "feroce, felice, ubriaca, sessualmente attiva"
(Ettore Sottsass, tratto da una conversazione e tavola rotonda in: "Nel mondo degli oggetti/ In the World of Objects", Domus, n. 869, Milano, aprile 2004, pp. 22-37, citato e trascritto in: Cecilia POLIDORI, "Ettore Sottsass/qualche annotazione sul designer", Dispensa Lezione 5, 15 dicembre 2011)
Famose nell'arcaicità greca erano le dionisiache; le antiche feste che dovevano ricreare le vicende della divinità a cui queste erano dedicate. Durante le dionisiache si riproduceva il furore inteso alla maniera di invasamento divino, ci si travestiva seguendo le antiche rappresentazioni del Tiaso (corteo di Dioniso caratterizzato da satiri e menadi) ballando e dilaniando le carni di animali per mangiarne la carne cruda. Questa era l’ebbrezza e la follia, l’ispirazione data da questa divinità. Tutto ciò viene raccontato da numerosi personaggi, quali uno dei maggiori tragediografi greci Euripide, e in seguito verrà utilizzato come metafora di caos e irrazionalità in contrapposizione all'apollineo (ordine e armonia), da Nietzsche. Nell'ambito del design sarà Sottsass a utilizzare il termine Dioniso durante una intervista con la rivista Domus in altra accezione. Afferma Sottssas che un designer deve conoscere cosa sia Dioniso, Dioniso è quell'anima che ognuno di noi porta dentro e a cui ognuno di noi si rifà quando deve progettare. Dioniso è un "catalogo esistenziale" (E. Sottsass op.cit.), utilizzando le parole di Sottsass, è un compendio di "profumi, colori, vegetazione speciale e antichi fantasmi..." (E. Sottsass op.cit.). Quando si progetta si ci ispira a ciò. Per il designer austriaco, Dioniso è il Mediterraneo, per altri puo' essere un qualunque altro luogo in cui le caratteristiche peculiari di tali luoghi (che possono essere, come sopra detto, luoghi fisici, sapori, oggetti intrisi di un "alto senso di sacralità"(E. Sottsass op.cit.)) assumono quel senso di sacralità definito dal designer austriaco.
Gli oggetti della vita quotidiana diventano in mano ad ogni persona uno strumento di un "rito esistenziale"(E. Sottsass op.cit.). Vi è differenza tra ogni singolo oggetto, che dalla forma alla materia di cui questi sono composti, proprio queste differenze procurano sensazioni diverse, a tal fine lo stesso Sottsass fa l'esempio di un bicchiere in carta oleata che porta alla smaterializzazione dell'oggetto e dello stesso gesto materiale del bere. La stessa azione invece compiuta in un bicchiere di cristallo porta alla consapevolezza di ciò che si fa. Sottsass termina l'intervista affermando come solo cogliendo tali differenze si arriva alla consapevolezza non dell'industrial design ma del design.
In conclusione Dioniso è lo spirito che ispira.
Andrea Menguzzato23 ottobre 2013 16:52
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8 commenti:

  1. Il dio greco Dioniso, identificato a Roma con il dio Bacco, inizialmente fu un dio arcaico della vegetazione, legato alla linfa vitale che scorre nei vegetali, infatti gli erano cari tutti quei frutti ricchi di succo dolce, come l'uva, il melograno o il fico. Successivamente venne identificato come Dio del vino, dell'estasi e della liberazione dei sensi, quindi venne a rappresentare l'essenza del creato nel suo perenne e selvaggio fluire, l'elemento primigenio del cosmo. Questo dio rappresenta in particolare lo stato di natura dell'uomo, la sua parte primordiale, animale, selvaggia, istintiva, che resta presente anche nell'uomo più civilizzato, come una parte originaria insopprimibile, che può emergere ed esplodere in maniera violenta se viene repressa, anziché compresa ed incanalata correttamente. In particolare Dioniso era legato soprattutto alla pianta della vite, quindi alla vendemmia e al vino, e all'edera ,in particolare alcune specie di edera, contenenti sostanze psicotrope e che venivano lasciate macerare nel vino. Uno dei suoi attributi era infatti il sacro Tirso, un bastone con attorcigliati pampini ed edera; altro suo attributo è il kantharos, una coppa per bere caratterizzata da due alte anse che si estendono in altezza oltre l'orlo.

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  2. Dioniso era l 'antica divinità greca del vino e dell'ebbrezza, definita dallo stesso Sottsass "feroce, felice, ubriaca, sessualmente attiva"(Ettore Sottsass: qualche annotazione su Sottsass in Domus, ediz. N.869, 2004, pp. 22-37). Famose nell'arcaicità greca erano le dionisiache; le antiche feste che dovevano ricreare le vicende della divinità a cui queste erano dedicate. Durante le dionisiache si riproduceva il furore inteso alla maniera di invasamento divino, ci si travestiva seguendo le antiche rappresentazioni del Tiaso (corteo di Dioniso caratterizzato da satiri e menadi) ballando e dilaniando le carni di animali per mangiarne la carne cruda. Questa era l’ebbrezza e la follia, l’ispirazione data da questa divinità. Tutto ciò viene raccontato da numerosi personaggi, quali uno dei maggiori tragediografi greci Euripide, e in seguito verrà utilizzato come metafora di caos e irrazionalità in contrapposizione all'apollineo (ordine e armonia), da Nietzsche. Nell'ambito del design sarà Sottsass a utilizzare il termine Dioniso durante una intervista con la rivista Domus in altra accezione. Afferma Sottssas che un designer deve conoscere cosa sia Dioniso, Dioniso è quell'anima che ognuno di noi porta dentro e a cui ognuno di noi si rifà quando deve progettare. Dioniso è un "catalogo esistenziale" (E. Sottsass op.cit.), utilizzando le parole di Sottsass, è un compendio di "profumi, colori, vegetazione speciale e antichi fantasmi..." (E. Sottsass op.cit.). Quando si progetta si ci ispira a ciò. Per il designer austriaco, Dioniso è il Mediterraneo, per altri puo' essere un qualunque altro luogo in cui le caratteristiche peculiari di tali luoghi (che possono essere, come sopra detto, luoghi fisici, sapori, oggetti intrisi di un "alto senso di sacralità"(E. Sottsass op.cit.)) assumono quel senso di sacralità definito dal designer austriaco.
    Gli oggetti della vita quotidiana diventano in mano ad ogni persona uno strumento di un "rito esistenziale"(E. Sottsass op.cit.). Vi è differenza tra ogni singolo oggetto, che dalla forma alla materia di cui questi sono composti, proprio queste differenze procurano sensazioni diverse, a tal fine lo stesso Sottsass fa l'esempio di un bicchiere in carta oleata che porta alla smaterializzazione dell'oggetto e dello stesso gesto materiale del bere. La stessa azione invece compiuta in un bicchiere di cristallo porta alla consapevolezza di ciò che si fa. Sottsass termina l'intervista affermando come solo cogliendo tali differenze si arriva alla consapevolezza non dell'industrial design ma del design.
    In conclusione Dioniso è lo spirito che ispira.

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    1. ottima riflessione 5 e 1/2 post., meno 1 post per errori bibliografici = 4 e 1/2 post.
      ecco la prima correzione:
      (Ettore Sottsass, tratto da una conversazione e tavola rotonda in: "Nel mondo degli oggetti/ In the World of Objects", Domus, n.869, Milano, aprile 2004, pp. 22-37, citato e trascritto in: Cecilia POLIDORI, "Ettore Sottsass/qualche annotazione sul designer", Dispensa Lezione 5, 15 dicembre 2011)
      seconda errore: il resto del testo non virgolettato non presenta altra fonte.

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  3. Il filosofo Friedrich Nietzsche, ne ''La nascita della tragedia'', affermò che la potenza dionisiaca induceva in uno stato di estasi ed ebbrezza infrangendo il cosiddetto "principio di individuazione"*, ossia il rivestimento soggettivo di ciascun individuo, e riconciliava l'essere umano con la natura in uno stato superiore di armonia universale che abbatteva convenzioni e divisioni sociali stabilite arbitrariamente dall'uomo. Nietzsche sosteneva che la vita stessa, come principio che anima i viventi, è istinto, sensualità, caos e irrazionalità, e per questo non poté che vedere in Dioniso la perfetta metafora dell'esistenza: ciò che infonde vita nelle arterie del mondo è infatti una fonte primeva e misteriosa che fluttua caotica nel corpo e nello spirito, è la tempesta primigenia del cosmo in eterno mutamento.

    * “Principio d’individuazione” è un’espres­sione che in filosofia ha una storia lunga e insigne che va dal Medio Evo fino a Leibniz, Locke e Schopenhauer. La psico­logia junghiana l’ha portato nel mondo contemporaneo, e lo ha inteso come un principio psichico che parla dell’innata ten­denza umana a diventare differenziati e integrati, insomma, a diventare consapevo­li del nostro fine – di chi e di cosa siamo e di dove stiamo andando.

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    1. meno 1 post.
      ok nella prox Lezione Lei ci illustrerà il pensiero dei filosofi che ha citato: Leibniz, Locke e Schopenhauer, ed i concetti di soggettività, psico­logia junghiana a differenza altre, magari quali, etc.... sto scherzando, mancano le fonti: ecco la penalizzazione di 1 post, se invece sono un suo pensiero allora vale ciò che ho scritto.

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  4. Dionisio : "Io, il figlio di Zeus, sono ora qui, in questa terra di Tebe, io, Dioniso: mi partorì la figlia di Cadmo, e per levatrice ebbe la fiamma della folgore. Ho mutato il mio aspetto divino in sembianze umane, sono giunto alla fonte Dirce, alle acque dell'Ismeno. Vedo il sepolcro di mia madre, incenerita dal fulmine, accanto alla reggia, e i resti delle case, fumiganti per l'incendio di Zeus: continua a ardere, oltraggio che non si estingue di Era contro mia madre. Lodo Cadmo, che ha reso inaccessibile questo luogo, il santo sepolcro di sua figlia: io, l'ho ammantato tutto intorno col verde dei grappoli della vite.
    Ho lasciato le pianure di Lidia e di Frigia, ricche d'oro, le plaghe assolate della Persia, le mura della Battriana, il gelido paese dei Medi, ho attraversato l'Arabia felice, tutta l'Asia, che si adagia lungo il mare salmastro con le sue città belle di torri, dove vivono confusi Greci e barbari. Mi sono spinto sin qui, subito dopo avere fatto danzare l'Asia, introdotto i miei riti, per rivelarmi dio ai mortali.
    In Grecia, ho cominciato a scatenare grida acute di donne proprio a Tebe, ne ho ricoperto il corpo con la pelle del cerbiatto, ho messo nelle loro mani il tirso, un'arma avvolta di edera. Perché le sorelle di mia madre - e non dovevano, loro, - negarono che Dioniso fosse figlio di Zeus, dissero che Sémele, sedotta da un uomo, aveva rigettato su Zeus la colpa delle sue voglie, una bella trovata di Cadmo. E per questo, esclamavano esultanti, Zeus aveva ucciso Semele, per avere mentito sui propri amori. E così io queste brave sorelle lo ho fatte impazzire, fuggire dalla reggia: abitano sul monte e delirano: le ho costrette a indossare i paramenti del mio rito. E tutto il seme femminile di Cadmo, le donne, nessuna esclusa, le ho cacciate farneticanti di casa; insieme alle figlie di Cadmo vivono sotto i verdi abeti, sulle nude rocce. Anche se non vuole, la città di Cadmo deve imparare - non è iniziata ai miei riti: devo difendere mia madre, io, devo apparire ai mortali nella mia veste di dio, di figlio del grande Zeus. Le insegne del potere Cadmo le consegnò a Penteo, progenie di sua figlia, e Penteo combatte contro dio, nella mia persona: mi elimina dalle offerte, non mi ricorda nelle preghiere. Per questo mostrerò che sono un dio a lui e agli altri Tebani. E poi, una volta rimesse in ordine le cose qui, mi dirigerò verso un'altra terra, rivelerò ancora chi sono. Se la città di Tebe, nell'ira, cercherà di ricondurre a forza, giù dal monte, con le armi, le Baccanti, darò battaglia, capeggiando le Mènadi. Ecco perché ho mutato il mio aspetto in quello di un mortale, perché ho assunto natura d'uomo..."
    Euripide, "Baccanti", 406 a.C., Prologo.

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    1. citazione e dati bibliografici correttamente riportati. Ma nessuna sua riflessione, pensiero, congettura. Ora da Euripide nel 406 a.C. al design 1960 e oltre, di tempo ne passa, intendo dire che se Sottsass rimprovera a proposito di "chi sia Dionisio" un suo giovane collaboratore e ne spiega i motivi, non può lei tornare semplicemente ad Euripide, poiché, come ho molte volte ripetuto, anch'io, si sta parlando di progetto, progettualità, mediterraneità, sapori, odori, percezioni, piaceri, voglie, desideri, etc etc etc.
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