validissimo post, ottima e suggestiva scelta d'immagini, ottima presentazione del pensiero dello stilista, indagine sugli accessori, tutto insomma e di meglio non credo si possa chiedere, evidentemente un buon team di 7 autori, ossia circa 2 post ciascuno, totale complessivi 14 post accreditabili ad ognuno. va in Bibliografia. cp
Pierre Cardin - 7 Autori *immagine tratta da: http://brandtalk.vn/wp-content/uploads/2012/05/Pierre-Cardin-logo.jpeg |
"Intanto: Cardìn o Cardèn? Cardìn, senza dubbio, visto che è nato, il 7 luglio del 1922, a San Biagio di Callalta in provincia di Treviso. È diventato Cardèn un po’ come Carla diventò Carlà. [...] e senza neanche la fatica di inventarsi uno pseudonimo: arrivando, secondo la leggenda in bicicletta, nella Parigi del 1945, per studiare architettura e cercare fortuna.
I francesi hanno fatto del ragazzo di San Biagio il primo dei couturier, dagli esordi sotto l’ala di Schiaparelli e Diorall’atelier in proprio, appena ventottenne. "
(Egle Santolini, Pierre Cardin, a Parigi in bicicletta e poi in trionfo. La vita interessante di un protagonista della moda, 21 Marzo 2012" http://www.lastampa.it/2012/03/21/societa/moda/pierre-cardin-a-parigi-in-biciclettae-poi-in-trionfo-rP9UgDHwP5sDiYzeQyAbgI/pagina.html)
"Alla fine degli anni ‘50 inaugura la prima boutique «Ev» (al 118 di Rue du Faubourg de Saint-Honoré a Parigi) e la seconda boutique «Adam» dedicata all’abbigliamento maschile. [...] Preferisce forme e motivi geometrici spesso ignorando le forme femminili: asimmetrie, bottoni oversize e mini abiti. Progredisce nella moda unisex, qualche volta sperimentale e non sempre pratica sino ad introdurre nel 1954 il “bubble dress” ossia il vestito a bolle. E’ stato anche il primo a portare la minigonna in passerella, e fece scandalo nel ‘66 con la sua gonna sexy stretta e con spacco, con i vestiti prefabbricati a stampo, e i gioielli di plastica. Nello stesso anno ha disegnato la sua prima collezione interamente dedicata ai bambini. Due anni più tardi, [...] crea la prima licenza per l’arredamento con la creazione di servizi di piatti in porcellana."
foto 4 modello 1966 Vogue n 1603
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foto 3
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foto 1 e 2 |
foto 5 modello 1966 Vogue n 1636 |
foto 6 |
immagini tratta da:
Video della collezione autunno/inverno 1966 di Pierre Cardin, sfilata sulla riva della Senna http://www.britishpathe.com/video/pierre-cardin-fashions-for-autumn-1966
“The clothes I like best are the ones I invent for a life that doesn’t yet exist: tomorrow’s world.”
"I vestiti che mi piacciono di più sono quelli che mi invento per una vita che ancora non esiste: il mondo di domani"
(Pierre Cardin, http://www.pierrecardin.com/art_spectacle_en.php)
immagine tratta da : http://www.pinterest.com/pin/496592296383062048/
foto 7 |
“Nel 1966 anche Pierre Cardin, ispirato dalla celebre collezione di Courreges del ’64 “età spaziale”, affronta questo tema: qui un tailleur per l’autunno 1966. Il foro ritagliato sull’elemento riprende quelli della giacca." (foto 7)
(Marco Turinetto, Be different-Il valore attrattivo del brand-design nelle imprese moda, Edizioni Poli. Design, Milano 2005, p.241)
"[...]I suoi “astronauti”, copiati in tutto il mondo, decollarono, addirittura, prima, che l’uomo sbarcasse sulla Luna.“… i vestiti che preferisco li invento per una vita che ancora non esiste …” – così Cardin rivela, in una memorabile intervista a proposito della collezione proiettata nel domani che affascina, stupisce e segna l’evoluzione del gusto. Collezioni etichettate “Duemila e Oltre”, ospiti nei musei del mondo: il grande conturier parigino è, appunto, il primo artefice di modelli da “cosmonauta”, non a caso il teatro dove da sempre si svolgevano le sfilate, lo ha chiamato “Espace”, antesignano di altri spazi interplanetari.“… ciò che è nuovo, colpisce la mia immaginazione …” – amava ripetere – “… le cose che si conoscono già non possono dare emozioni …”. Usò per primo tessuti sintetici battezzati «Cardinette» e quelle tuniche da cosmonauta, quei vestiti squadrati e corti che in breve affascinarono ogni donna perché si sentiva più giovane, più svelta. Cardin è sempre stato affascinato dalla tecnologia, dalla robotica, dagli effetti cinetici per modelli «satellite», gonne a cerchi danzanti chiamati «parabolique»: in bianco assoluto, in argento metallizzato. Eleganza cibernetica, fantasie avveniristiche, il vinile come tessuto. Ricami come polvere di stelle, la pulizia delle forme quasi astratte ottenuta con l’uso spregiudicato dei materiali. [...]. Pierre Cardin che ha creato abiti con fessure rotonde in vite, copricapo a casco e stivali spaziali [...]."
(Rana Barbara, Pierre Cardin e il suo stile all’avanguardia, http://latomadibarbara.wordpress.com/2011/11/20/pierre-cardin-e-il-suo-stile-allavanguardia-9/)
immagine tratta da: http://www.vogue.it/encyclo/stilisti/c/pierre-cardin
foto 8 |
Patrick Cabasset "Velette innovative, caschi da cosmonauti, cappelli oblò, schermi futuristici: gli accessori per il capo e per la vista hanno sempre avuto un ruolo importante nelle sue creazioni. Perché?"
foto 9 |
Pierre Cardin: “Gli accessori da vista sono il prolungamento dei miei accessori. Alla ricerca di una nuova estetica, le mie creazioni sono sempre state impregnate delle nozioni d’infinito, spazio e futuro. Era quindi logico che la mia immaginazione si estendesse anche agli occhiali. Mi è sempre piaciuto giocare con dei materiali innovativi. La ricerca di nuove linee e nuovi materiali per gli occhiali mi ha divertito un sacco.”
(Patrick Cabasset, in Fashion 27 Maggio 2013, "Pierre Cardin occhiali da visionario", http://www.lofficielitalia.com/2013/05/pierre-cardin-occhiali-da-visionario/)
M.B e S.C. Quali artisti hanno contribuito alla sua formazione e l’hanno eventualmente ispirata?
P.C. "Devo dire che li conosco un po’ tutti, i Fiamminghi, i Toscani, i Veneti, Botticelli... Li ho visti per interesse culturale, ho fatto 47 volte il giro del mondo, sono stato ovunque anche per vedere i siti archeologici. Ho visto tutti questi luoghi per farmi una cultura, ma non ho mai copiato: in generale la gente visita i musei per ispirarsi, io no. Nel mio lavoro non ci sono ispirazioni; il periodo esposto qui (anni ’60 e ’70) era il risultato della mia fascinazione per i viaggi sulla luna, i satelliti, la fantascienza. Io pensavo di andare sulla luna, e sono l’unica persona al mondo che ha indossato la tuta originale indossata dal primo astronauta che mise piede sulla luna. Mi sono fatto una formazione quando ero molto giovane frequentando artisti di tutti i campi (letteratura, pittura, scultura), una formazione internazionale. Da giovane si impara molto velocemente... "
M.B e S.C. Ha conosciuto molti artisti?
P.C."Sì. Picasso, Dalì, Braque, Mirò, che ho conosciuto molto bene, li ho incontrati tutti quando avevo vent'anni."
M.B e S.C. E’ stato influenzato dal surrealismo nelle sue creazioni?
P.C."No, devo dire che non mi sono ispirato a pittori o scultori, li ho conosciuti soltanto. La pittura, la scultura, l’incisione sono sempre state mie grandi passioni ma non le ho mai copiate."
(Mariacristina Bastante e Stefano Castelli, La moda? C'est moi! , 4 marzo 2004, http://www.exibart.com/notizia.asp?IDNotizia=9288&IDCategoria=45 )
“Designing a dress is a similar dimension: like furniture it has to fit, and the search for lines and materials is the same in both cases”
"La progettazione di un abito è una dimensione simile: come i mobili che devono adattarsi, e la ricerca di linee e materiali è la stessa in entrambi i casi."
(Pierre Cardin, http://www.pierrecardin.com/art_spectacle_en.php)
M.B e S.C. Lei è anche designer: cosa pensa del rapporto fra moda e design? I due campi si influenzano a vicenda?
P.C."Si tratta sempre di forma: io posso fare un abito come un armadio. I due campi non sono separabili, l’unica differenza è che una sedia non può camminare; potrei però fare un abito che assomiglia a una sedia, nudo sulla schiena con le fasce come uno schienale, con le gambe che fuoriescono come i piedi di una sedia. Diventa tutto immagine, anche se io realizzassi un camino... Io lavoro come uno scultore: non seguo il corpo della donna, scolpisco la forma; è come se facessi un vaso: io faccio un abito e poi ci metto dentro la donna. La forma diventa moda."
M.B e S.C. Vede punti di intersezione fra la moda e l’arte? Sembra che negli ultimi anni si “copino” a vicenda: quale delle due prende più ispirazione dall’altra?
foto 10 * e 11 |
( Mariacristina Bastante e Stefano Castelli op. cit. )
Nella carriera di Pierre Cardin, la data da ricordare è il 1959, anno in cui fa sfilare la prima collezione di prêt-à-porter.
"Ho chiesto a me stesso: perchè solo i ricchi possono accedere alla moda esclusiva? Perchè non possono farlo anche l'uomo o la donna della strada? Io potevo cambiare questa regola. E l'ho fatto."
(Pierre Cardin,
"Ho inventato il prêt-à-porter, con una sfilata alla Galerie Printemps, fra le reazioni scandalizzate di quelli della haute couture. L’ho fatto per due ordini di motivi. Uno, economico. Con l’alta moda non puoi fare la quantità e quindi il guadagno: solo riducendo in serie, con prezzi accessibili, hai profitto. L’altro motivo, diciamo così, era ideologico: un po’ di sinistra, un po’ socialista. Volevo mettere la moda alla portata di tutti, non solo dei ricchi. Cercavo, lo ripeto, il modo per cambiare faccia al mondo: la grande diffusione degli abiti prêt-à-porter serviva a questo."
(Ranieri Polese, L'ultimo imperatore/Ho realizzato tutto quello che volevo
senza mai avere dietro i soldi di un Arnault , Corriere della Sera, sezione Mode e Modi, Lunedì 18 Febbraio 2008, pag 9; http://www.corriere.it/Speciali/Spettacoli/2008/Moda_2008/articoli/9.pdf)
immagini tratte da:
10. http://minimadmod60s.com/blog.html
11. http://hprints.com/Pierre_Cardin_1966_Bernard_Blossac_Hiroko_Model_Fashion_Illustration-19334.html
12. http://www.etsy.com/listing/108895515/pierre-cardin-mod-dress-1960s-vintage
10. http://minimadmod60s.com/blog.html
11. http://hprints.com/Pierre_Cardin_1966_Bernard_Blossac_Hiroko_Model_Fashion_Illustration-19334.html
12. http://www.etsy.com/listing/108895515/pierre-cardin-mod-dress-1960s-vintage
foto 14 |
foto 13 |
R.P."Lei ha vestito i Beatles: quando Brian Epstein decise di cambiare — 1963 — l’immagine dei quattro ragazzi di Liverpool, di togliere il cuoio nero dei loro esordi ad Amburgo, venne da lei. E nacque il look Beatles: pantaloni stretti, il tronchetto con l'elastico ai lati e soprattutto la giacca senza collo."
P.C.«Sì, i Beatles... Ero il primo ad avere una linea uomo, per questo vennero da me. Ma non ho vestito solo loro, e poi la musica non è stato il mio amore più grande."
(Ranieri Polese, op.cit. )
immagini tratte da :
Alessia Chillemi
Antonio Belmonte
Stefania Caporale
Simona Cutrì
Anna Di Salvo
Valentina Franco
Francesca Muscherà
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